Scheda Digitalizzazione ed educazione ai media

“Le parole sono un ponte e l’efficacia della parola è l’espressione corporea dei contenuti dell’anima” da Il Pianeta che speriamo; Instrumentum Laboris per la 49.ma settimana sociale dei cattolici italiani

DI COSA PARLIAMO?
Nel tempo dei tanti distanziamenti, che la crisi pandemica ha imposto, la prossimità diventa comunicazione; forte è il richiamo di Papa Francesco nel suo messaggio per la 55.ma giornate mondiale per le comunicazioni sociali: “Comunicare incontrando le persone dove e come sono” per superare l’informazione “costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza più “consumare le suole delle scarpe”, senza incontrare persone per cercare storie o verificare “de visu” certe situazioni. Se non ci apriamo all’incontro, continua il Papa, rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi. Ogni strumento è utile e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero.”

I VALORI DI RIFERIMENTO
In questa prospettiva ci interpella l’affermazione che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza pone nelle pagine conclusive del documento: “Nel corso dell’attuazione del Piano, anche in raccordo con la Commissione Europea, sono garantite attività di informazione e comunicazione mirate al coinvolgimento di tutti i target di riferimento, dagli stakeholder fino al grande pubblico, secondo un’apposita strategia rispondente agli indirizzi comunitari in materia”.
Per fare tutto quanto necessario ad una comunicazione capace di integrare le persone in un dinamico processo di costruzione della comunità “serve la ridefinizione e il rapporto tra la sfera privata e quella pubblica, tra lo spazio privato e quello pubblico. L’ottica, cioè, è quella di creare comunità attraverso luoghi di comunicazione e di dialogo più che “non luoghi” in cui le persone si incontrano senza comunicare tra loro” (Luigi Ghia, Il tempo ritrovato, pag. 104).
Più si sviluppano le tecnologie della comunicazione, più deve crescere la consapevolezza sui fini che si intendono conseguire. Il rischio infatti è alto: se spogliati della dimensione etica, i media possono infliggere a chi ne fruisce conseguenze pesanti, sul piano individuale e collettivo.
Incontrare è il metodo di ogni autentica comunicazione umana, non solo di quella professionale; anche tutte le moderne tecnologie frutto degli sviluppi collegati ad Internet vanno vissute come rete di persone e non solo come rete di fili superando le insidie del web sapendo che, per quanto siano importanti le tecnologie, ogni terminazione telematica non potrà mai sostituire l’uomo.

PER RIFLETTERE E PROPORRE…

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