5 Rigenerazione generazionale

“Il futuro lo fai tu, con le tue mani, con il tuo cuore, con il tuo amore, con le tue passioni, con i tuoi sogni. Con gli altri.”

Papa Francesco, 27 ottobre 2018

La società in cui viviamo ha fortemente rivisitato il senso della relazione, tanto da considerare le relazioni come una limitazione dell’essere, un ostacolo alla piena realizzazione del sé. E neppure la pandemia, che in un primo tempo sembrava aver ricondotto l’uomo a coltivare il bene relazionale, ha saputo mitigare la ricerca del successo personale, molto spesso raggiungibile a discapito degli altri, ed è stata in grado di ridimensionare legami basati su interessi economici e finanziari, certamente non orientati al bene comune.
Parlare di rigenerazione relazionale, oggi, significa riprendere, perciò, un cammino interrotto, riannodare le trame della vita dell’uomo e “ricominciare a costruire legami tra le persone”. Significa intessere nuove relazioni, basate su accoglienza e rispetto, attenzione alle fragilità e propensione al dialogo e all’ascolto, affinché nessuno si debba sentire escluso, abbandonato, non ascoltato, evitato.

VALORI DI RIFERIMENTO 

“ proprio Gesù che ci insegna quanto una relazione possa cambiare la vita all’uomo. “Pensiamo, scrive papa Francesco, alla chiamata di Matteo (fissato con uno sguardo di elezione e insieme di misericordia), al dialogo notturno con Nicodemo, o a quello presso il pozzo di Giacobbe con la samaritana, e forse anche quelli più rapidi con la donna cananea e con Zaccheo. Anche nel dialogo con il procuratore romano Gesù lo avrà fissato con amore”.
Alla base di ogni forma di relazione e di rapporto umano occorre, perciò, che vi sia la disponibilità a “vedere e ascoltare” l’altro, che vi sia il desiderio di sperimentare una nuova modalità di rigenerazione delle relazioni: “Senza quello sguardo d’amore la comunicazione umana, il dialogo tra le persone, può facilmente diventare soltanto un duello dialettico, quello sguardo rivela invece che c’è in ballo un’altra questione, vertiginosa, che non ha al centro il merito della discussione ma molto di più, il senso stesso dell’esistenza, mia e del mio interlocutore”. (Papa Francesco, Diversi e uniti, Libreria Editrice Vaticana, 25 maggio 2020).
Una vita che fa memoria, infatti “ha bisogno degli altri, delle relazioni, dell’incontro, di una solidarietà reale che sia capace di entrare nella logica dell’accogliere, benedire e offrire; nella logica dell’amore.” (Omelia del Santo Padre durante la Santa Messa e apertura del V Congresso Eucaristico Nazionale Boliviano a Santa Cruz de la Sierra-Viaggio Apostolico in Ecuador, Bolivia e Paraguay, 09/07/2015).


PER RIFLETTERE E PROPORRE 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, alla missione 5 “Inclusione e coesione” offre l’opportunità di riflettere sull’importanza dell’inclusione sociale, che porta alla necessità di costruire “reti” e di ripensare alle relazioni.

1. Quando si è insieme, quando si condividono pensieri, azioni, paure, timori, proprio “il prossimo” è il mio incoraggiamento, la mia forza. Quali iniziative si possono intraprendere all’interno della nostra comunità per promuovere relazioni efficaci e rispettose, includenti e costruttive?

2. Condividere esperienze e mettere “l’altro” e non il mio interesse personale al centro della relazione è certamente impegnativo. Quali sono le difficoltà e le resistenze che mi bloccano nel cammino per la costruzione di “ponti” tra le persone?

3. La comunione fraterna si basa sulla autenticità della relazione. Come si possono intraprendere azioni comuni, affinché le iniziative a sostegno dei più deboli e dei più indifesi vengano sostenute non solo con le parole ma anche con azioni concrete?

pillole di risposte