2 Digitalizzazione educazione ai media


“Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca”

dal discorso di Papa Francesco alla curia romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi il 21.12.2019

Il discusso e controverso documentario “The Social Dilemma” ha fatto emergere prepotentemente una realtà nuova: «Non sono più i nostri “dati” a passare di mano in mano. Siamo noi ad essere trasportati in questo flusso digitale, è in gioco il nostro dato esistenziale, ciò che desideriamo, il modo in cui amiamo, quello in cui crediamo».
Percezione diffusa che genera reazioni superficiali che sfociano in un atto di accusa nei confronti dei potenti della rete, ormai in grado di assoggettare le menti di milioni di persone distraendo il singolo fruitore dalla propria responsabilità che chiama direttamente in causa il grande, e trascurato, ambito della formazione, dell’educazione, degli educatori.

VALORI DI RIFERIMENTO 

In questo processo di trasformazione sociale “La rivoluzione digitale rappresenta un’enorme occasione per aumentare la produttività, l’innovazione e l’occupazione, garantire un accesso più ampio all’istruzione e alla cultura e colmare i divari territoriali”; queste sono le indicazioni che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza descrive introducendo le iniziative da porre in atto per utilizzare al meglio i fondi che la Comunità Europea mette a disposizione dell’Italia.


La tecnologia digitale è entrata capillarmente nella società, nel lavoro e nella vita delle persone determinando una nuova epoca nella storia dell’uomo. Nel documento PNRR il termine “digitale” è richiamato 164 volte in contesti tra loro diversificati a conferma che le trasformazioni in atto generano non solo nuovi saperi, ma anche nuove competenze e nuove modalità di relazione; il digitale per essere abitato ha bisogno di nuove arti, nuovi mestieri e necessariamente un nuovo approccio alla formazione; spesso, sono i nativi digitali ad insegnare agli immigrati digitali come navigare nelle novità. Dobbiamo, però, essere consapevoli che saperi tecnici e competenze digitali non esauriscono l’educazione, anzi diventa sempre più urgente il compito educativo che valorizzi la conoscenza dell’attualità sociale e culturale.

PER RIFLETTERE E PROPORRE 

Nella nostra riflessione si impone il richiamo a consapevolezza per quanto sta emergendo e responsabilità nel governo di quanto la tecnologia mette a nostra disposizione.
1. In quale modo si può gestire un “controllo dei rischi” e favorire lo “sviluppo delle opportunità”?

Si assiste ad una frattura sociale tra chi ha capacità tecnologiche e chi non ha preparazione informatica.
2. Come evitare questa nuova forma di emarginazione?
Siamo in grado di recuperare queste “distanza” con un supplemento di formazione?

Vanno posti in atto strumenti e azioni volte a superare le situazioni di difficoltà.

Un esempio sono i patronati che provvedono a espletare quanto il cittadino, sprovvisto di nozioni specialistiche, non riesce a realizzare.
3. Come rendere queste opportunità un patrimonio di nuova socialità?

Connessa a questa trasformazione vi è un mutamento sempre più evidente nel discernimento dei saperi: la molteplicità delle fonti informative sono una ricchezza da possedere e le “fake news” sono un rischio da smascherare; va sviluppata una nuova modalità percettiva di quanto fluisce nella rete.
4. Quali strumenti mettiamo in campo per essere “attori” e non “vittime” dei social media?

La sfida educativa è quella di rendere percepibile il “valere dei valori” ed evitare il solo riferimento al numero delle condivisioni.
5. Quali progetti si possono attuare affinché “digitale” sia “relazione sociale” e non solo tecnologia?

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