8 Immigrati irregolari e comunità nomadi

Per capire chi sono gli immigrati irregolari bisogna innanzitutto distinguere due tipi di irregolarità: quella di chi è entrato illegalmente nel nostro paese e non ha mai acquisito il permesso di soggiorno e quella di chi ha un permesso di soggiorno o in generale un documento scaduto, ma resta ancora in Italia. Condannate all’invisibilità in quanto, prive di diritti, queste persone non possono accedere a nessuna forma di assistenza, nemmeno quella sanitaria, né avere un regolare contratto di lavoro o affittare una casa vedendosi costretti a soluzioni abitative informali (ad Asti oltre cento persone vivono in alcune palazzine occupate, come in corso Casale e via Allende, in condizioni igienico sanitarie molto precarie).
Tutto ciò fa di loro facili prede per la criminalità (prostituzione, traffico di stupefacenti, accattonaggio) e lo sfruttamento lavorativo, non solo nel settore agro-alimentare – come dimostrano le operazioni condotte dalla Polizia di Stato nella nostra Provincia per contrastare il fenomeno –, ma anche nell’edilizia, nella cura della casa e delle persone (colf e badanti).
La pandemia ha ulteriormente aggravato la fragilità di questi lavoratori e ha posto il tema dell’accesso alle cure e ai vaccini per quanti, sulla carta, semplicemente non esistono.
Un’altra sacca di invisibilità, ad Asti, è rappresentata dal campo Rom di via Guerra, insediamento insalubre e degradato che, prima della pandemia, accoglieva circa 260 persone tra cui un centinaio di minori in età scolare. La decisione dell’Amministrazione comunale di chiudere il campo ha portato diversi nuclei famigliari a stabilirsi altrove. Manca tuttavia una progettazione sociale in grado di portare a un superamento della realtà del campo che non si traduca in un mero trasferimento del problema ad altre aree del territorio o lasci intere famiglie senza un tetto sotto cui ripararsi.

VALORI DI RIFERIMENTO 

“La Chiesa considera il problema dei migranti irregolari nella prospettiva di Cristo, che è morto per raccogliere in unità i figli di Dio dispersi (cfr Gv 11, 52), per ricuperare gli esclusi e avvicinare i lontani […]. Essa si domanda in particolare come venire incontro, nel rispetto della legge, a persone cui è proibita la permanenza sul territorio nazionale si chiede, inoltre, quale sia il valore del diritto all’emigrazione senza il correlativo diritto di immigrazione” (Papa Giovanni Paolo II, messaggio per la Giornata Mondiale dell’Emigrazione, 1995).
A tutti gli uomini e le donne del mondo va il mio appello a camminare insieme verso un noi sempre più grande, a ricomporre la famiglia umana, per costruire assieme il nostro futuro di giustizia e di pace, assicurando che nessuno rimanga escluso.Il futuro delle nostre società è un futuro “a colori” […] Per questo dobbiamo imparare oggi a vivere insieme, in armonia e pace. […] Ma per raggiungere questo ideale dobbiamo impegnarci tutti per abbattere i muri che ci separano e costruire ponti che favoriscano la cultura dell’incontro, consapevoli dell’intima interconnessione che esiste tra noi”  (Papa Francesco, Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2021).

PER RIFLETTERE E PROPORRE 

Tra gli obiettivi della Missione 5 del PNRR, “Inclusione e coesione” vi sono il contrasto al lavoro sommerso e il miglioramento del sistema di protezione e delle azioni di inclusione a favore di persone in condizioni di estrema emarginazione e di deprivazione abitativa con un’ampia offerta di strutture e servizi.
Alla luce del tema affrontato in questa scheda e dei valori di riferimento:

1. Quali strategie e progettualità dovrebbe attivare il nostro territorio per riconoscere almeno i diritti fondamentali a quanti ne sono privati a causa della loro condizione di irregolari?

2. Quali azioni intraprendere al fine di contrastare in modo strutturale il fenomeno dello sfruttamento lavorativo e ogni forma di abuso nei confronti degli immigrati irregolari?

3. Come realizzare concretamente il superamento dei campi nomadi nel pieno rispetto della dignità delle persone e nell’ottica di una sempre maggiore integrazione sociale?

pillole di risposte